Sara’ che, la neve in citta’ alle porte della primavera, proprio non ci sta’.
Sara’ che, la guerra in Ucraina, proprio non ci sta’ (una sconfitta mondiale)
Sara’ che, ieri 04/03/22, Lucio Dalla, avrebbe compiuto settantanove anni e, invece oggi, ne ricordiamo i dieci anni dalla sua scomparsa e, questo, no, proprio non ci sta’.
Un vuoto esistenziale, mi/ci, circonda e, allora? Ci vorrebbe un miracolo, anzi, ci vorrebbe…LA SERA DEI MIRACOLI.
Ho immaginato, Lucio che, camminava nei vicoli di Roma che, osservava attentamente, la magia che, quella notte d’ estate romana, gli stava regalando, la citta’ in festa, “piena di ubriachi e di allegria”, uomini provenienti da tutte le parti del mondo, africani, cinesi, ucraini, russi, giapponesi che, senza nessuna distinzione, di razza, di sesso, erano li, semplicemente per il piacere di stare insieme, uno accanto all’ altro.
Certo, Lui, questa canzone la aveva dedicata a Roma, apostrofandola come “unica”.
Io, la prendo in prestito e, ne, stravolgo la visione, partendo proprio da, Roma Caput Mundi, per fare leva, sul grande miracolo della vita che, è l’ essere umano, (unico, proprio come Roma) incitandolo, a fare festa.
Basta, guerre, basta, violenza, basta con le brutture.
Si, alla pace, al bello, alla spensieratezza, al rispetto dell’ unicita’ della diversita’.
E, come diceva Lucio Dalla, si, “alla gioia collettiva”