MINUETTO: le catene dei sensi
MINUETTO: le catene dei sensi
Un incognita questo amore mio” Come un minuetto che, passa da un andamento moderato ad uno allegro, così, è, l’intreccio sinuoso di due corpi che, ballando nel turbinio dei sensi, tra odio e amore, riuscivano a trovare il collante nella passione della coppia.
Lei, si sentiva sedotta e abbandonata ogni volta che, la sera, Lui, il gran maestro di seduzione, bussava alla sua porta.
Porta sempre aperta, pronta ad elemosinare amore, conquistata dalle sue intime carezze, le sue mani sul suo corpo che, la portavano a dire sempre si, sono tua, quando vuoi…
Lei, cercava con tutte le sue forze di ribellarsi a Lui, ma, doveva fare i conti con il suo corpo, che, con il suo sentire, la portava a desiderarlo a cercarlo, e allo stesso tempo a dirsi, non posso dire sempre si.
Ma, poi, si trovava a cercare quelle mani da maestro che, usava con destrezza, sapeva esattamente dove dirigerle, regalandole quel piacere che, le, inebriavano il cuore e la mente, si sentiva viva, ma, incatenata allo stesso tempo.
Purtroppo, nonostante la sua presa di coscienza, i mille pensieri, i mille dubbi e il tempo tiranno che, passava, lasciando alle spalle quella gioventù che, offriva una lettura differente della vita, lasciandole una maledetta malinconia ciò che, sarebbe potuto essere e, invece di cacciarlo (e anche a malo modo, secondo il mio modo di vivere la vita), lo cercava, mentre si chiedeva:
“Io non so l’amore vero che, sorriso ha”.
- Minuetto, canzone scritta da, Dario Baldan Bembo e Franco Califano, portato al successo nel 1973, da una delle più grandi interpreti, Mia Martini, che, per ben trenta settimane consecutive rimase in vetta alle classifiche, e vinse anche il festival bar, per il secondo anno consecutivo, primato che aveva avuto Lucio Dalla. E, ancora, vince il festival d’ Europa e un ulteriore disco d’oro. Intervistata la Martini su questo brano, rispose che: “E’ un brano per palati fini ma, siccome oggi i gusti si sono affinati, dovrebbe piacere anche al grande pubblico.
“
by Mariateresa Marchese